Simbolo del nostro grado raggiunto con tanta fatica, la sciabola ha mantenuto tutto il suo fascino anche ora che la costudisco come un prezioso ricordo.IMG 055 edited

Sempre facendo appello alla scatola “cranica” dei ricordi, al corso AUC venne l’ora di procedere all’acquisto del Super Bantam con fregi penna e nappina, della fascia blu e della sciabola. I più dotati economicamente l’acquistarono nei negozi esterni alla caserma, i più fortunati la ebbero da genitori o fratelli che avevano già prestato servizio. Così un giorno con tutti i restanti ci ritrovammo in un’aula della caserma dove un signore anziano con occhiali e con spiccato accento partenopeo ci mise sotto il naso sciabole, fasce e cappelli per la nostra dotazione finale da ufficiali dell’Esercito Italiano.

IMG 05510 editedCi sono però dei punti da chiarire e confidando nell’aiuto dei lettori e di qualcuno più informato di me che sono i seguenti: denominazione esatta del modello da noi usato, informazioni sul regolamento per il quale ai nostri tempi la spada a lama diritta era riservata alla fanteria e la sciabola a lama curva per l’artiglieria.

Vediamo ora di mettere in ordine i termini della questione accennati sopra:

Il termine sciabola (dall’Enciclopedia Ragionata delle Armi a cura di Claude Bair ed. Mondadori 1979) è utilizzato per un’arma bianca da lato e da cavallo con lama lunga, curva, asimmetrica a un filo sul lato convesso e un terzo di filo sul alto concavo, il nome è di derivazione slavo-magiara “szabilya” e fu accolto in tutte le lingue europee con poche varianti fonetiche. La provenienza si suppone che sia dal centro asia.

Un’altra definizione che trovato è: spada con lama ad un solo filo con curvatura convessa dalla parte del filo, più o meno accentuata.

In pratica la sciabola si usa di fendente colpendo il nemico con il filo completo della lama sul lato convesso, mentre la spada doveva colpire di punta e con due fili completi sui due lati della lama, Nelle antiche descrizioni di armi il termine sciabola e spada curva sono intercambiali e la mancata distinzione tra l’avere uno o due fili è continuata anche nelle descrizioni e nei manuali militari ottocenteschi ed anche più recenti, utilizzando il termine sciabola senza distinguere tra la lama curva o diritta a uno o a due fili. La “confusione” dura anche oggi che l’arma ha perso l’affilatura e si utilizza come simbolo di appartenza e non più come arma di difesa/offesa.

Personalmente ho sempre associato l’immagine dalla sciabola all’arma ricurva a fianco di Napoleone o degli ussari e la spada ad una arma con lama diritta.

A sinistra: la fascia da ufficiale, la sciabola, il fodero con le due campanelle, i nostri sudati gradi e il pendaglio; in alto adestra il particolare della coccia e della dragona.

Ritorniamo a noi e nel libro “Lame in Guerra”di Cesare Calamandrei (1997 – Editoriale Olimpia) si cita la derivazione della nostra arma dal modello 1888. Wikipedia invece è più esplicita: La sciabola per Ufficiale di fanteria mantiene le caratteristiche della vecchia 1888 in versione vicina a quelle in uso negli anni precedenti il secondo conflitto. Abolita nel 1947, la sciabola fu reintrodotta nelle Forze Armate Italiane nel 1962 per essere utilizzata come arma di rappresentanza, portata in particolari occasioni esclusivamente da ufficiali e marescialli, con l'eccezione, per quanto riguardano i sergenti, i graduati e la truppa dei reparti a cavallo (Carabinieri, Finanzieri, Cavalleggeri e degli appartenenti al Reggimento artiglieria a cavallo "Voloire")

 Le sciabole in dotazione all'Esercito italiano, ai Carabinieri e alla Guardia di Finanza vedono una differenza nella coccia, a seconda che appartengano a un ufficiale (coccia formata da tre elementi) o a un sottufficiale (formata da due elementi), e nella forma della lama a seconda dell'arma o del corpo d'appartenenza, ricordo che per la fanteria la lama era diritta e idem per la’Aviazione.

Impugnatura nera a tre denti di presa, lama con lungo tallone e sgusciata sui lati, incisa ad acido e con fregi comprendenti lo stemma della Repubblica. Fodero a due campanelle dove si fissa il pendaglio. La guardia è a quattro branche (tre delle quali oblique e ricurve); l'impugnatura è priva della scanalatura per adattarvi le dita;la prima fascetta dista dall'apertura del fodero 7 cm. e la seconda 20 cm.

La sua lunghezza deve essere tale da giungere con la parte superiore dell'impugnatura, riposta nel fodero e poggiata a terra, a circa 15 cm. sotto la vita, altrimenti l'estrazione sarebbe difficoltosa.