BERETTA 34

 

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Un bellissimo disegno tratta dal libro “Revolver e Pistole “ di A.B ZHUK mosca 1990 Edizioni Militari

 

Il mio primo approccio con la Beretta 34 fu, come tutti noi AUC del 134° Corso, durante la lezione di armi nella saletta studio, ricordo sempre il metodo “veloce” di smontaggio facendo battere la canna sul tavolo di legno della saletta.

Poi finalmente la prova a fuoco sulle sagome nella zona del poligono militare poco fuori Bracciano, con miei scarsi risultati.

Ed eccomi nel giugno del 1989 che come sottotenente sono nell’ armeria della 31 batteria del Gruppo di Artiglieria Bergamo qui l’armiere il caporal maggiore Massimiliano Malnati mi consegna la mia “Beretta 34”, subito la passo tra le dita rimirandola con più attenzione che al corso AUC e leggo sul castello l’anno di fabbricazione “1937 XV (E.F.)”……..una veterana di guerra.

Breve storia della Beretta 34 con testi e informazioni tratti  da Wikipedia e da “GUN” edizioni Hobby e Work anno1993

La Modello 1934, o M34, progettata su esplicita richiesta del Ministero dell'Interno per i funzionari del corpo delle Regie Guardie di Pubblica Sicurezza (dal 1944 corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza) che svolgevano servizio in borghese, ed era un'evoluzione dei modelli Beretta M31 e Beretta M23, distribuiti alla Milizia Forestale, al Regio Esercito e alla Regia Marina dei quali riprendeva lo schema che divenne caratteristico delle pistole Beretta: sagoma compatta, carrello aperto, e volata sporgente. Il calibro scelto fu il .380 ACP, ideato da John M. Browning ai primi del XX secolo, che in Italia divenne noto come "9 Corto" per distinguerlo dal 9 x 19 mm Parabellum detto appunto "9 Lungo".

La limitata potenza della 9 corto consentì a Tullio Marengoni geniale progettista della Beretta di realizzare un’arma semplice quanto robusta. Caratterizzata dalla elementare chiusura della culatta otturatore a massa (definita chiusura labile), al posto delle più laboriose e costose chiusure geometriche necessarie per il calibro 9 mm Parabellum.

Nel 1936 l'arma fu adottata come arma corta d'ordinanza per gli ufficiali del Regio Esercito Italiano (sottufficiali e truppa mantennero come ordinanza il revolver Bodeo 1889) e successivamente anche dalla Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale e dalla Regia Guardia di Finanza, ai quali andò la gran parte della produzione. Costruita con un numero ridotto di componenti (39), richiedeva una lavorazione minore rispetto ai modelli usati da altre nazioni e questo ne assicurò la buona qualità anche negli anni finali della Seconda guerra mondiale, in cui le materie prime scarseggiavano.

Una variante del modello 34 era la Beretta M35, costruita per il calibro 7,65 mm Browning, che per quanto messa in produzione per rispondere alle esigenze del mercato civile, fu adottata anche dalla Regia Marina e dalla Regia Aeronautica, da tutte le forze armate della R.S.I. e forze armate tedesche d'occupazione. Nel 1940 venne acquistata dalla Finlandia e nel 1941 un consistente lotto di 40.000 esemplari fu venduto alla Romania.[2]

Le pistole costruite nel ventennio fascista erano marchiate sul carrello con l'anno di fabbricazione e l'anno dell'era fascista in numeri romani. Altri marchi presenti sul fusto, superiormente dietro la guancetta sinistra, sono la sigla RE con corona reale soprastante, a indicare le pistole destinate al Regio Esercito, o PS per le pistole del Dipartimento della Pubblica Sicurezza.

Impiego operativo

L'arma prestò servizio in tutti i conflitti in cui era coinvolta l'Italia: dalla Guerra di Spagna a quella d'Etiopia, e ovviamente nella Seconda Guerra Mondiale in cui era l'arma standard degli Ufficiali del Regio Esercito e della MVSN. Pur non essendo un'arma strettamente militare, essendo stata progettata per un uso di polizia, si guadagnò una fama invidiabile per qualità meccanica, sicurezza di funzionamento e insensibilità alle condizioni ambientali. Funzionava sempre e dovunque con un minimo di manutenzione e divenne, fra i soldati Alleati, un'ambita preda bellica che la ricercavano come arma tascabile, e a cui affibbiavano nomignoli che ne riconoscevano la pericolosità. La chiamavano anche "Red Point", per il punto rosso vicino alla leva di sicura.

Per le sue caratteristiche, l'arma non aveva nulla da invidiare a nessun'altra pistola della stessa categoria, anzi: riconosciuta come arma ottima per la difesa personale ravvicinata sia dagli Alleati, che ne apprezzavano pure la semplicità d'uso e l'occultabilità, sia dai Tedeschi, che le ritenevano immuni da inceppamenti, come la sovietica Tokarev TT-33, e perciò la preferivano alle più potenti ma anche più ingombranti Luger 08 o Walther P38. I Tedeschi adottarono l'arma come Pistole 671(i). Vari esemplari di M34 di preda bellica finirono all'estero, tra cui l'arma (matricola 606824) usata da Nathuram Godse per uccidere Mahatma Gandhi il 30 gennaio 1948, che era stata catturata dalle truppe indiane durante la campagna dell'Africa Orientale Italiana nel 1941.

Alla nostra 34 venivano imputati cinque difetti: scatto molto duro, inceppamenti, canna “ballerina”, caricatore difficile da estrarre e sistema di sicurezza insufficiente. Lo scatto è duro ma è una scelta per evitare spari accidentali; gli inceppamenti erano dovuti alla scarsa qualità del munizionamento dell’epoca, ma ricordo che quando mi consegnarono il caricatore per Ufficiale di Picchetto vidi tutti i bossoli schiacciati lateralmente; la canna “ballerina” era dovuta a quante volete si sbatteva sul tavolo la povera 34 per fare un ideale record di smontaggio, con la su sostituzione si risolve la cosa;  in effetti dopo l’ultimo la culatta otturatore preme sul caricatore rimanendo in apertura e quindi si deve mettere la leva di sicurezza indietro arretrarlo un poco per  così bloccare la culatta otturatore, togliere il caricatore, sostituirlo e riarmare.

Nel dopoguerra la M34, anche nei suoi esemplari più datati, rimase quale arma da fianco d'ordinanza del ricostituito Esercito Italiano, e di conseguenza anche dell'Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia di Stato.

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Al mio fianco la fondina in tela con la Beretta 34 (Monteromano dicembre 1989)

 

I dati riportati sulla nostra sinossi erano:

Arma semiautomatica del sistema a utilizzazione del rinculo dei gas, a canna fissa e a culatta -otturatore rinculante;

Calibro 9 mm corto;

peso (scarica e senza fondina) 668 grammi;

peso (carica e con caricatore di 7 cartucce e senza fondina) 731 grammi;

Caratteristiche Balistiche

Velocità iniziale m/s 275

Gittata massima 300 metri

Penetrazione in legno di abete:

a 10 metri 10,1 centimetri

a 25 metri 9,7 centimetri

a 50 metri 8 centimetri.

Caratteristiche tattiche:

è l’arma per la difesa personale ravvicinate;

in distribuzione ai porta-arma delle armi collettive;

distanza utile di impiego: fino a 30 metri;

celerità di tiro pratica 15 -20 colpi al minuto.

Castello.

E‘ di un solo pezzo, serve di sostegno alla culatta-otturatore ad alla canna e costituisce l’impugnatura dell'arma. Superiormente, sui due fianchi, sono ricavate due scanalature longitudinali, a sezione rettangolare, che servono per la guida e lo scorrimento della. culatta-otturatore; internamente in corrispondenza della parte superiore del foro del chiavistello di sicurezza a mano, sono ricavati i due intagli per l'alloggiamento delle costole del tallone della canna. L'impugnatura é cava e nella sua parte posteriore contiene il congegno di scatto; in basso, in corrispondenza dell'apertura praticata per l’introduzione del caricatore, è situato il gancio di arresto del caricatore stesso. Nell’angolo formato dai due bracci del castello é ricavato i1 ponticello nel cui interno, posteriormente, si apre Ima finestra per l’alloggiamento del grilletto. Nella parte anteriore del castello si nota una culla per lo scorrimento dell'appendice cilindrica della culatta-otturatore; nella parte posteriore dall'impugnatura, il castello presenta una appendice determinante la giusta posizione della mano quando si impugna l'arma. Un occhiello per l'unione dell’arma al correggiolo é fissato sul fianco sinistro del castello in prossimità del gancio d’arresto del caricatore.

Le guance di bachelite sono rivestite internamente di lamierino ripiegato lungo i bordi. Entrambe sono tenute a sito mediante linguette e risalti ricavati nel lamierino e fissati al castello da una vite. La guancia sinistra porta nell’interno un incavo esagonale nel quale viene ad allogarsi la testa della Vite d1 fissaggio della piastrina di scatto che in tal modo si. trova nella impossibilità di svitarsi.

Meccanismo Comprende:

- congegno di otturazione;

- congegno di percussione;

- congegno di scatto;

- congegno di estrazione ed espulsione;

- congegno di sicurezza; '

- congegno di ripetizione;

- congegno di ricupero;

- congegno di puntamento.

Congegno di otturazione

Culatta otturatore s slitta di massa considerevole senza appoggio, scorrevole sul castello. E’ a sezione mista parallelepipedo-cilindrica. Vi sono praticate due aperture longitudinali una superiore per la espulsione del bossolo e per il caricamento successivo; l’altra inferiore, per il caricamento multiplo. Anteriormente nella parte superiore, vi é ricavato il mirino, nella parte inferiore vi è una appendice cilindrica cava per l’appoggio della molla recuperatrice. Sul fianco sinistro, lungo il margine inferiore a quasi a metà, presenta una tacca nella quale viene ad impegnarsi il dente del chiavistello di sicurezza a mano per lo smontaggio della canna.

Dietro l'apertura per l'espulsione vi é una scanalatura, longitudinale, traversata da due fori per l’alloggiamento dell’estrattore.

I due fianchi sono- zigrinati per il maneggio. In corrispondenza della superficie zigrinata, sul fianco sinistro è praticata una unghiatura nella quale viene ad allogarsi il braccio superiore della leva del grilletto.

Internamente lungo i due fianchi sono praticate due scanalature a sezione rettangolare che servono per l’unione del castello. Alla fine della apertura ha inizio la parte otturatore (cava), nell'interno della quale trova alloggio il percussore can la sua molla elicoidale di richiamo. La parta otturatore, inferiormente, porta due nervature, a sezione rettangolare (tra le quali scorre la cresta dell'espuIsore), che hanno il compito di sfilare la cartuccia dal caricatore e portarle in camera (nervature di  alimentazione).

Congegno di percussione- Consta delle seguenti parti:

- il percussore e la molla del percussore: il percussore è cilindrico, sagomato su tre diversi spessori; al più piccolo corrisponde la punta, al medio l’asta - guida della sua molla, la maggiore, su cui é praticato un intaglio per l’alloggiamento dell'ingrossamento dell'estrattore, corrisponde il gambo che riceve l’impulso di percussione del cane;

- il cane: é un blocco di acciaio di forma prismatica irregolare, porta un risalto a superficie rotonda, zigrinata, un foro per il perno di rotazione, un incavo rotondo per l'azione dell’asta, due denti per l’impiego con la leva di scatto; - l'asta. per il cane con molla: superiormente, ha una testa sagomata per l’azione del cane; inferiormente presenta una parte filettata, per ricevere il dado di ritegno. Su di essa è investita una molla elicoidale.

Congegno di scatto.- Consta delle seguenti parti:

- il grilletto a forma semilunare, é allogato nella finestra che si apre dietro il ponticello; è tenuto a sito da. un perno, intorno a cui, sotto la pressione del dito; può ruotare; presenta nella sua parte superiore il foro par il passaggio del perno ed un risalto per l'appoggio del chiavistello di sicurezza a mano. Nella parte inferiore del grilletto è praticato un foro diretto nel senso della sua lunghezza, entro cui prende posto la molla con relativo piolo di richiamo del grilletto e della sua leva; posteriormente al detto foro trovasi una fessura per l’articolazione e il passaggio della leva. del grilletto; la leva del grilletto, opportunamente sagomata, ha tre bracci: quello anteriore con un foro e copiglia per l’unione al grilletto quello posteriore per il contrasto con la piastrina. di scatto; quello superiore, terminante con superficie semicircolare assicura il semiautomatismo dell'arma e assume la funzione di sicurezza automatica; la piastrina di scatto, nella cui parte superiore semicircolare è praticato un incastro rettangolare ove viene ad imperniarsi la appendice della leva di scatto; nel corpo della piastrina, in posizione eccentrica, é praticato un foro per il passaggio del perno ricavato nel castello. La piastrina é tenuta a sito mediante una vita a testa esagonale, testa che trova il suo alloggiamento nell’apposito incavo esistente nella faccia interna della guancia sinistra; la leva di scatto (a squadra), porta nella branca più corta un foro  tronco-conico entro cui passa. E trova appoggio la parte inferiore dell’asta del cane. In corrispondenza dell’angolo, formato dalle due branche la leva di scatto é attraversata da un foro per un perno di fissaggio al castello la branca più lunga. é destinata ad impegnarsi nei denti del cane e porta una appendice per l'articolazione con la piastrina di scatto.

Congegno di estrazione ed espulsione.- Consta delle seguenti parti:

- l’estrattore a gancio con perno e molla. Sull'estrattore si notano: il dente, la coda per l'appoggio della molla ed un ingrossamento forato per il passaggio del perno; tale ingrossamento ha inoltre la funzione di impedire lo sfilamento del percussore;

- l’espulsore  è un blocchetto sagomato che porta un risalto destinato a contrastare sull'orlo del bossolo allorché la culatta/-otturatore compie la sua corsa indietro; E‘ fissato al castello mediante incastro e copiglia.

Congegno di sicurezza.- La sicurezze, a mano si ottiena azionando (a mano) il chiavistello di sicurezza. E’ costituito da un perno con una faccia piana ed una convessa, munito di un braccio con dente per il fermo della culatta e di un bottone zigrinato di manovra.

La parte convessa blocca il tallone della canna, in posizione di fuoco, il grilletto in posizione. Serve inoltre come appoggio posteriore all’asta guida della molla di recupero.

Congegno di ripetizione.- Consta delle seguenti parti:Caricatore costituito dalle seguenti parti

. un astuccio di lamiera che termina superiormente con due labbra ripiegate ed inferiormente con un bordo sul quale si investe il fondello;

  una suola, con piolo che tiene a sito il fondello dell'astuccio;

. una molla  di elevazione;

. un elevatore costituito da una scatola sagomata, aperta da parte, investita sull'estremità della  molla; superiormente porta un taglio che gli consente di sopraelevarsi all'espulsore per avviso di caricatore vuoto

. un fondello portante nella sua parte terminale posteriore con coda zigrinata per facilitare la presa dell'arma.;

— gancio di arresto del caricatore costituito da un tassello sagomato. Presenta. due fori, uno di rotazione e l’altro più grande per la coppiglia che limita il movimento di rotazione del gancio stesso e un incavo per l’appoggio del suo piolo portamolla. Nell’estremità inferiore del gancio si notano: il dente di arresto del caricatore ed una codetta con superficie in parte zigrinata per la manovra.

Congegno di recupero.- E’ costituito dalla molla recuperatrice (elicoidale) e della sua asta-guida. I-‘asta, posteriormente termina con una superficie piana e con un risalto anulare per l’appoggio posteriore della molla.

Congegno di puntamento E’ costituito dalla tacca di mira e mirino entrambi collocati sulla culatta otturatore.

 

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Funzionamento

L’arma è pronta con caricatore inserito, la cartuccia nella camera, la culatta otturatore è in chiusura e il cane è armato, la sicurezza è rivolta in avanti e il bottone zigrinato copre la lettera S. Si preme sulla coda del grilletto che spinge indietro la sua leva che la piastrina di scatto a ruotare e spinge in avanti la leva di scatto, questa fa si che il dente di scatto del cane si liberi e il cane ruotando in avanti colpisce il percussore: la 34 spara. Sotto l’azione dei gas, con un certo ritardo, la culatta otturatore arretra, il bossolo sparato viene espulso i comprime la molla recuperatrice, il cane si riarma. Finita la corsa la culatta-otturatore torna in avanti sfilando una nuova cartuccia dal caricatore reinserendola nella canna, riporta il grilletto in posizione di sparo impedendo lo sparo automatico.

Il tiratore premendo di nuovo il grilletto ripeterà il ciclo di fuoco.

Curiosità

Guardando con mia moglie un film russo del genere commedia del 1969: che si intitola  Бриллиантовая рука pronuncia Brilliantovaya ruka ecco che con mia enorme sorpresa compare la 34.

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Il film nell’Unione Sovietica divenne campione di incassi con 79 milioni di spettatori, sia il regista Leonid Gaidj e sia il protagonista Yuri Nikulin erano veterani della seconda guerra mondiale. La storia si snoda sulla vacanza premio del protagonista che va in crociera in Turchia e qui ad Instabul durante un’escursione a terra viene scambiato per un corriere per il contrabbando di gioielli e gli ingessano un braccio riempiendolo di gioielli. Tornato a bordo denuncia la cosa ma le autorità lo vogliono usare come esca per catturare i veri contrabbandieri. Il protagonista viene contattato dal suo “angelo custode” della polizia che gli consegna un’arma per la sua difesa personale ed ecco che non si tratta di una Tokarev 33 o di una Makarov, ma come testimoniano le foto prese dal film,….della nostra Beretta 34, probabilmete di preda bellica.

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